Angelina Mango con la canzone “La Noia” ha vinto Sanremo affrontando un tema davvero inusuale sia per una canzone che per la nostra società.
Non siamo abituati a provare la noia che invece un tempo era parte dell’esperienza quotidiano di qualsiasi persona: dal contadino più umile al re più potente.
La noia adesso è schifata, fuggita, considerata “inutile” e improduttiva. La verità è che – quasi per definizione – c’è sempre qualcosa di meglio da fare che annoiarsi, ma è davvero così?
Partiamo da un presupposto: il nostro cervello si è evoluto per ricercare stimoli dopaminergici e, quindi, è attratto dalle cose nuove, stimolanti ed eccitanti. La noia viene interpretata come “stallo” e ci crea un senso di frustrazione e apatia perché in contrasto con tutto il resto: immagini 4k, video “food porn”, risse televisive, simulazioni della realtà migliori della realtà stessa. Tutti questi stimoli sono intorno a noi, ci circondano ovunque andiamo senza lasciarci alcuna via di fuga.
Eppure la noia ogni tanto bussa alla nostra porta, ma spesso preferiamo non rispondergli.
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Significato profondo della noia
Dietro quella che consideriamo una “non emozione” c’è molto di più: c’è la consapevolezza che il “non fare niente” e “non essere niente” è una condizione a cui nostro malgrado siamo destinati e noi non possiamo evitarlo. Ci sono domande che preferiamo non affrontare e la noia in quanto porta privilegiata per certi tipi di riflessione è un percorso che tendiamo ad evitare. Nella nostra società le alternative sono infinite.
Mi ricordo che il primo anno di università che trascorrevo da fuorisede, verso luglio rimasi l’unica persona a casa a causa di un esame della sessione estiva messo a tradimento a fine luglio.
Era forse la prima volta che mi trovavo da solo per qualche giorno, in una città semi deserta, senza molto da fare se non provare a studiare (senza neanche troppo successo). Ed ecco che, dopo essermi distratto per mesi con i miei coinquilini, lezioni universitarie, canne, e altri divertimenti più o meno salutari, mi sono trovato veramente da solo ad affrontare domande che stavo evitando da anni.
La sensazione è stata di panico ma essenziale per la mia crescita. Ci sono pensieri che per quanto puoi cercare di evitare, ti seguono, ti danno la caccia e continuare a scappare significa in fin dei conti scappare da se stessi.
La noia come alleata della creatività
Ho imparato che la noia è nostra amica. Una di quelle amicizie talmente sincere che quando hai fatto una cazzata eviti di raccontargliela, ma se poi lo fai sei sicuro che ti dirà non quello che ti vuoi sentir dire ma quello che devi assolutamente ascoltare.
La noia è l’unico posto dove fare scoperte e dove i puntini si uniscono – come direbbe Steve Jobs.
Il troppo pensare diventa una trappola e il troppo studiare e teorizzare senza una valvola di sfogo chiude la mente invece che aprirla. La noia ha una sua funzione essenziale nel farci riflettere, nel creare nuove idee e farci avere quei momenti di improvvisa realizzazione che fanno esclamare a paperino “eureka”.
Non so se questo era quello che voleva dire Angelina Mango nella sua canzone “la noia”… sicuramente questo è quello che mi è venuto in mente a me in un momento di noia e riflessione.